The dark side of the sun, il film sui bambini "lunari" - Video in anteprima
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The dark side of the sun, il film sui bambini "lunari" - Video in anteprima

Il regista italiano Carlo Shalom Hintermann, già autore del lungometraggio a più mani Rosy-Fingered Dawn - Un film su Terrence Malick (2002), unisce il documentario all'animazione per raccontarci la vita dei bambini \"lunari\" in The dark side of the sun, film dal 19 giugno in sala distribuito da Microcinema. 

 


Per pochi bambini, infatti, il sole è un nemico mortale. Una rara malattia, Xeroderma pigmentoso, li costringe a vivere isolati, lontani dal mondo diurno dei loro coetanei. Questo non accade però a Camp Sundown, un campo estivo nello stato di New York creato dall'immaginazione e dalla tenacia dei loro genitori, che raccoglie pazienti da tutto il mondo. Fondato dalla XP Society, associazione no-profit che fornisce sostegno alle famiglie con figli affetti da XP, qui prende forma un universo rovesciato, colmo d'incanto. La vita di questa piccola comunità notturna si intreccia con i loro sogni, paure e speranze, che prendono forma nell'animazione, ideata dagli stessi bambini e realizzata dall'artista e designer Lorenzo Ceccotti (LRNZ). Genitori e figli si riconoscono qui in un unico desiderio: vivere a pieno la propria vita, nonostante la malattia. 

Presentato al Festival di Roma in inglese con sottotitoli in italiano, The dark side of the sun uscirà al cinema in versione doppiata in lingua italiana grazie al lavoro di Rodolfo Bianchi, direttore del doppiaggio, e ai contributi di Pino Insegno e Leo Gullotta. Panorama.it ne offre qui un estratto video in esclusiva

 

Una delle sfide produttive di The dark side of the sun è stata dover girare senza luci che emettessero raggi UV. Grazie alla collaborazione tra il direttore della fotografia Giancarlo Leggeri e Gianluca Bronzini della Società italiana Technolight, è stato possibile sviluppare dei sistemi luminosi a LED con zero emissioni di raggi UV. 

\"Conoscere Dan e Caren Mahar, fondatori dell'XP Society e di Camp Sundown, ha immediatamente imposto un metodo e un approccio preciso al lavoro\" ha raccontato Hintermann. \"Sembrava evidente a me e a Daniele Villa, produttore del progetto, che il nostro sarebbe stato un percorso lungo, un vero e proprio apprendistato. Si trattava di rovesciare la nostra prospettiva: eravamo noi a dover abbandonare il nostro mondo diurno, noi a dover apprezzare la notte e il suo corredo di vita e meraviglia. Noi a dover immaginare una vita minata dalla malattia. Una volta realizzato questo capovolgimento avremmo potuto instaurare un vero dialogo, avremmo potuto vivere la dolcezza di una comunità, apprezzarne il rigore etico, la lungimiranza e la tenacia\".

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