A Melbourne, tra bellezze da paradiso e cucina da Oscar
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A Melbourne, tra bellezze da paradiso e cucina da Oscar

There’s nothing like Australia. Non c’è niente come l’Australia. Suona così il claim di Tourism Australia. Ed è proprio così. Anche in tema di food. “Non puoi paragonarla a nient’altro”, sostiene Ashley Palmer Watts, a capo del Dinner by Heston Blumenthal, ristorante del Mandarin Oriental di Knightsbridge, nel cuore di Londra. “Penso che qualsiasi chef che venga a Melbourne e in Australia trovi moltissimi prodotti che non esistono in nessun altro luogo al mondo”, continua. A fargli eco è Andoni Luis Aduriz, pluripremiato patron del ristorante Mugaritz di Errenteria, nella provincia basca di Guipúzcoa, in Spagna: “Si dice che ci siano cinque gusti principali (amaro, aspro, dolce, salato e umami), io ho sempre pensato che ce ne siano sei, il sesto sapore è il sapore della storia. In questo luogo ci sono tante storie da raccontare, tante meraviglie da scoprire, che qualsiasi sia la ragione per visitarlo, è di certo una buona ragione per farlo”. Dominique Crenn, chef dell’Atelier Crenn di San Francisco, è sicura che “Sarà un posto dove mi sentirò molto inspirata”, e di certo si sente ispirato dalla ricchezza e dall’anima selvaggia di questi luoghi Ben Shewry, chef patron dell’australiano Attica di Melbourne. Una terra che non ha lasciato indifferente nemmeno il talentuoso René Redzepi: “Vieni ad ammirare questa “big rock” e scopri nuovi sapori, cibi mai provati, prodotti genuini”. E i frutti del mare e della terra finiscono nel piatto, sublimati dal talento di chef come Dan Hunter, sulle tavole del suo indimenticabile Brae, immerso nella campagna di Birregurra, non lontano dai magnifici panorami costieri della Great Ocean Road: “Non è solo quello che serviamo in tavola, è l’ambiente che ci circonda, i paesaggi che si aprono davanti agli occhi, un’esperienza completa”. 
Siamo a poca distanza anche da Melbourne, capitale gastronomica d’Australia, e dello stato del Victoria, palcoscenico d’eccezione dell’edizione 2017 dei The World’s 50 Best Restaurants, ovvero gli Oscar della gastronomia mondiale: la classifica dei 50 migliori ristoranti del pianeta nata nel 2002 da un’idea della rivista inglese Restaurant Magazine. 
Stilata sotto l'egida di prestigiosi sponsor quali Diners e San Pellegrino, con il contributo di una giuria di 837 esperti del settore di tutto il pianeta, è in grado di ridisegnare gli equilibri dell'alta cucina globale, premiando di fatto non tanto la qualità e il talento quanto l'autorevolezza internazionale raggiunta dagli chef - per essere precisi, dai loro ristoranti - riconosciuti tra i migliori. Scenario della serata di gala è stato il prestigioso Royal Exhibition Building, dove la cerimonia di premiazione è andata in scena al cospetto di un migliaio di persone tra giurati, giornalisti, critici, chef e maître, ristoratori e gastronomi di alto livello. E così, un anno dopo il Cipriani Wall Street della Grande Mela, il gotha della ristorazione internazionale si è data appuntamento in Australia per celebrare nel segno del genio gastronomico una nuova classifica, la stessa che nel 2016 aveva visto trionfare per la prima volta l’eccellenza nostrana con Massimo Bottura. Questa volta a conquistare il podio è stato invece l'Eleven Madison Park dello chef svizzero Daniel Humm e di Will Guidara di New York, che ha vinto anche il titolo di The Best Restaurant in Nord America. Ma da New York a Melbourne il passo è breve. In classifica, scende quindi al secondo posto l’Osteria Francescana del nostro tanto acclamato chef modenese, mentre al terzo posto troviamo l'El Celler de Can Roca dei Fratelli Roca a Girona. Il riconoscimento come Miglior chef donna 2017 è stato assegnato ad Ana Roš (Hiša Franko), che ha ritirato il premio con un discorso commuovente: “Questo premio va ai miei figli, che vivono nella mia cucina e che sono diventati esseri umani come gli altri”. Il prestigioso premio alla carriera, il Lifetime Achievement Awards, è andato al vulcanico Heston Blumenthal, mentre il ristorante One to Watch 2017 è il Disfrutar, l'indirizzo di Barcellona aperto da tre allievi di Ferran Adrià. Tra gli altri premi speciali, anche quello per il Best Pastry Chef, andato a Dominque Ansel, noto ai più come il creatore dei cronut e per la sua affollatissima pasticceria a New York. Assegnato al Septime in Francia, il The Sustainable Restaurant Award, che tra l’altro nella lista dei World’s 50 Best 2017 balza dalla 50esima vola alla 35esima posizione, mentre il prestigioso il premio Chef's Choice va a Virgilio Martinez del Central di Lima, già primo nella classifica sudamericana. Da New York a Girona: il premio The Art of Hospitality, istituito da Fetrrari Trento per celebrare il servizio di sala (nel 2016 era andato all'Eleven Madison Park), viene conquistato da El Celler de Can Roca dei Fratelli Roca. Tornando alla classifica vera e propria, nell'Olimpo dei migliori anche i ristoranti di altri eccelsi chef italiani oltre a Massimo Bottura, che salgono: Piazza Duomo di Enrico Crippa, dal numero 17 passa al 15esimo, Le Calandre dei fratelli Alajmo al numero 29 e, per la prima volta, Niko Romito, che esordisce nei 50 al numero 43 con il suo Reale. Una presenza, la nostra, che consacra la cucina italiana come viva ed estremamente competitiva. L’Italia esulta, mentre l’intera Melbourne è animata da centinaia di eventi della 25a edizione del Food & Wine Festival, uno dei festival gastronomici più longevi al mondo. E la festa continua. Per informazioni: it.visitmelbourne.com e www.theworlds50best.com

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