Calcioscommesse: l'intercettazione di Iannazzo jr
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Calcioscommesse: l'intercettazione di Iannazzo jr

È il 24 agosto 2014. La Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro sta indagando sulla cosca lametina degli Iannazzo, quando intercettando Pietro, nipote del boss Vincenzino detto ‘O Moretto, si imbatte in una strana conversazione tra lui e un amico. Iannazzo junior, che già ha un piede nel calcio dilettantistico meridionale (è direttore sportivo del Sambiase calcio, squadra del campionato di Eccellenza calabrese) rivela all’amico di essere stato ingaggiato come “consulente sportivo” dal Neapolis, club di serie D controllato da un altro indagato dell’inchiesta Dirty Soccer, Mario Moxedano. “Nella medesima conversazione” scrivono i giudici calabresi nel loro decreto di fermo “ Iannazzo Pietro si mostrava deciso nel pretendere anticipatamente somme di denaro. Cosa che, sempre a dire dello Iannazzo, aveva infastidito il Moxedano che gli aveva precisato come lo stesso, anticipatamente, non pagava neanche i calciatori. Nella circostanza Iannazzo, confessando il suo vero ruolo di autore di frodi sportive” riferiva all’amico che “non erano i calciatori a far vincere le partite” anche perché definiva la compagine del Neapolis come una squadra di babbi lasciando chiaramente intendere che, senza il suo intervento finalizzato a combines sportive, il Neapolis non poteva assolutamente raggiungere il risultato sperato dal suo presidente”. È proprio partendo da questa intercettazione che gli uomini della squadra mobile catanzarese, con l’aiuto del Servizio centrale operativo della polizia, riusciranno a ricostruire il quadro dei campionati falsati e della cupola che, grazie anche all’influenza della stessa ‘ndrina Iannazzo, riesce a condizionarli.

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